IT:Uso dei nomi romani

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Questo articolo contiene linee-guida generali sull'uso dei [[nomi romani]]. È da sottolineare che non si tratta di vere e proprie norme legali. Un nome è un modo che consente ad una persona di parlare di un'altra persona in modo che tutti capiscano di chi si sta parlando. Qualsiasi regola che renda poco chiara l'identità della persona a cui si sta parlando sarebbe già un errore, e tutte le regole generali spiegate di seguito dovrebbero essere ignorate, se seguirle genera confusione.
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{{Roman name articles}}Questo articolo contiene linee-guida generali sull'uso dei [[IT:Roman name|nomi romani]]. È da sottolineare che non si tratta di vere e proprie norme legali. Un nome è un modo che consente ad una persona di parlare di un'altra persona in modo che tutti capiscano di chi si sta parlando. Qualsiasi regola che renda poco chiara l'identità della persona a cui si sta parlando sarebbe già un errore, e tutte le regole generali spiegate di seguito dovrebbero essere ignorate, se seguirle genera confusione.
  
  
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====One Name====
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====Un nome====
  
When calling someone by only one name, it is normal and polite to use the ''cognomen''. A ''nobilis'' should always be called by his ''cognomen''. A ''homo novus'' can be called by his ''nomen'': this is not strictly impolite, but it is at best neutral and may also make it unclear who you are talking about.
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Quando si chiama qualcuno usando solo un nome, è normale ed educato usare il ''cognomen''. Un ''nobilis'' dovrebbe essere sempre chiamato per ''cognomen'', mentre un ''homo novus'' può essere chiamato per ''nomen'': non si tratta di un comportamento eccessivamente sgarbato, ma nel migliore dei casi è neutro, e potrebbe anche essere poco chiaro riguardo all'identità della persona di cui parlate.
  
Where a person has more than one ''cognomen'', you should normally use the first one. Calling someone by his ''agnomen'', if he has one, is of course particularly complimentary. You should only call someone by his adoptive if you want to draw attention to his pre-adoption family and identity: this is not necessarily polite or impolite, but will depend on the context. Similarly calling someone by his matronymic ''cognomen'' will draw attention to his mother's identity and family.
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Se una persona ha più di un ''cognomen'', normalmente si dovrebbe usare il primo. Chiamare qualcuno per ''agnomen'', se ce l'ha, è, ovviamente, particolarmente adulatorio. Si può chiamare qualcuno per nome adottivo se si vuole attirare l'attenzione sulla sua famiglia e sulla sua identità pre-adozione: non si tratta di un comportamento necessariamente garbato o sgarbato, ma dipende dal contesto. Allo stesso modo, chiamare qualcuno con il suo ''cognomen'' matronimico attirerà l'attenzione sull'identità e sulla famiglia di sua madre.
  
Do not fall into the trap of calling someone routinely by his adoptive ''cognomen''. This is often tempting, because it is an easy way of distinguishing between the adopted child and the adoptive father, but it is an un-Roman habit. To a Roman, an adopted child became, to all intents and purposes, the child of the adoptive parents, and one should normally ignore his adoptive ''cognomen'' when naming him.
+
Non cadete nella trappola di chiamare qualcuno normalmente con il suo ''cognomen'' adottivo. Questo comportamento è spesso allettante, poichè è un modo semplice di distinguere il figlio adottato 0dal padre adottivo, ma è un'abitudine non romana. Per un romano un figlio adottato era, per tutte le intenzioni e tutti gli scopi, il figlio del genitore adottivo, e normalmente si sarebbe dovuto ignorare il suo ''cognomen'' adottivo quando lo si nominava.
  
 
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====''Praenomen'' Only====
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====Solo ''praenomen''====
  
The ''praenomen'' is essentially a private name, for use within the family. You should not call a Roman by just his ''praenomen'' unless he is your close relative or very, very close friend. Even spouses do not generally call each other by their ''praenomina'' alone - they generally use ''nomina'' or ''cognomina''.
+
Il ''praenomen'' è essenzialmente un nome privato da usare all'interno della famiglia. Non si dovrebbe chiamare un romano solo per''praenomen'' a meno che sia un parente stretto o un amico molto, molto intimo. Anche i coniugi generalmente non si nominano solo per ''praenomina'' - generalmente usano i ''nomina'' o i ''cognomina''.
  
 
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===Latin Vocatives===
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===Vocativi latini===
  
When you call someone by name, you change the ending of the name to indicate that you are talking ''to'' the person, not ''about'' him. As a general rule, names ending in ''-us'' take an ending ''-e'' (e.g. '''Brutus''' -> '''Brute'''), though names ending in ''-ius'' turn to ''-i'' (e.g. '''Tullius''' -> '''Tulli'''). Names ending in ''-a'' do not usually change. Names with other endings do not usually change.
+
Quando si chiama qualcuno per nome, si cambia la finale del nome per indicare che si sta parlando ''ad'' una persona, non ''di'' quella persona. Come regola generale, i nomi che finiscono in ''-us'' prendono la finale ''-e'' (ad es. '''Brutus''' -> '''Brute'''), sebbene i nomi che finiscono in ''-ius'' prendono ''-i'' (ad es. '''Tullius''' -> '''Tulli'''). I nomi che finiscono in ''-a'' di solito non cambiano. I nomi che finiscono in altri modi di solito non cambiano.
  
You may notice some people using vocative endings when they are talking about someone in the third person (e.g. "I was talking to Brute yesterday"). Don't be confused - you are right, they are wrong.
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Potreste notare che alcuni usano la finale del vocativo quando parlano di qualcuno in terza persona (ad es., "Stavo parlando a Brute ieri"). Non fatevi confondere - voi avete ragione, loro si sbagliano.
  
 
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===Addresses Other Than Names===
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===Modi di rivolgersi a qualcuno diversi dai nomi===
  
Much more than in some modern societies, Romans address each other using labels other than names, or combine names with other terms. What follows is a very brief overview.
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Molto di più che in alcune società moderne, i romani si rivolgono l'un l'altro usando modi diversi dai nomi, o combinano i nomi con altri termini. Segue un brevissimo compendio.
  
 
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====Dominus & Domina====
 
====Dominus & Domina====
  
Some modern Latin-speakers use "''dominus''" and "''domina''" as equivalents of English "Mr" and "Miss" or "Mrs". This is strongly discouraged. "''Dominus''" means "lord" or "master", and addressing someone in this way is very servile and grovelling.
+
Alcuni parlanti di latino moderno usano "''dominus''" e "''domina''" come equivalenti di "Signore" e "Signorina" o "Signora". Questo è assolutamente da evitare. "''Dominus''" significa "signore" nel senso di "capo", o "maestro", e rivolgersi a qualcuno in questo modo è molto servile e abietto.
  
An exception is that lovers sometimes call each other "''dominus''" and "''domina''", though usually only in the bedroom.
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Un'eccezione è il fatto che le persone che si amano a volte si chiamano l'un l'altra "''dominus''" e "''domina''", sebbene, solitamente, solo in camera da letto.
  
 
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====Titles====
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====Titoli====
  
Though Romans do not generally go in for titles in a big way, it is not uncommon to call a [[Consul (Nova Roma)|Consul]] by the title "Consul", for example, especially when speaking in a political context or discussing business relevant to the office. Likewise one may call one's patron by the title "''patronus''". But titles are not by any means compulsory, and there is nothing at all rude in calling a magistrate straightforwardly by his name.
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Nonostante i romani non tengano molto ai titoli, non è poco comune chiamare un [[Consul (Nova Roma)|Console]] con il titolo di "Console", ad esempio, specialmente qundo si parla in un contesto politico o si discute di faccende rilevanti per la carica. Allo stesso modo si potrebbe chiamare un proprio patrono con il titolo di "''patronus''". Ma i titoli non sono affatto obbligatori e non c'è assolutamente niente di maleducato nel chiamare un magistrato semplicemente per nome.
  
 
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====Relatives====
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====Parenti====
  
As well as calling each other by name, relatives commonly talk to or about each other by reference to their relationship, e.g. ''pater'' (father), ''soror'' (sister), ''patruus'' (uncle), &c. These terms are often combined with terms of endearment (see below). As noted above, close relatives might call each other by their ''praenomina''.
+
Oltre a chiamarsi l'un l'altra per nome, le persone legate da parentela comunemente parlano agli altro o degli altri facendo riferimento alla loro relazione, ad es. ''pater'' (padre), ''soror'' (sorella), ''patruus'' (zio), etc. Questi termini sono spesso combinati a termini affettuosi (vedi sotto). Come precisato sopra, i parenti stretti potrebbero chiamarsi l'un l'altro per ''praenomina''.
  
 
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====Spouses and Lovers====
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====Coniugi ed amanti====
  
As was mentioned above, spouses and lovers generally call each other by ''cognomen'' rather than ''praenomen''. Occasionally they called each other ''vir'' (husband) and ''uxor'' (wife), but more commonly they used terms of endearment (see below).
+
Come specificato sopra, i coniugi e gli amanti di solito si chiamano l'un l'altro per ''cognomen'' piuttosto che per ''praenomen''. Occasionalmente potevano chiamarsi ''vir'' (marito) ed ''uxor'' (moglie), ma, più comunemente, usavano termini affettuosi (vedi sotto).
  
 
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====Friends and Acquaintances====
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====Amici e conoscenti====
  
Most of the time people who know each other but are not especially close call each other by name, sometimes with "''mi''" (see below). Sometimes they will use brief descriptions, e.g. ''iuvenis'' (young man), ''amicus'' (friend), ''senex'' (old man). Depending on the relationship between the people concerned, they may use terms of endearment or even insults.
+
Il più delle volte, la gente che si conosce ma a cui non si è particolarmente legati viene chiamata per nome, a volte con "''mi''" (vedi sotto). A volte si usano brevi descrizioni, come ad es. ''iuvenis'' (giovane), ''amicus'' (amico), ''senex'' (vecchio). A seconda della relazione tra le persone interessate, si potrebbero usare termini affettuosi e persino insulti.
  
 
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====Strangers====
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====Sconosciuti====
  
There is no direct Roman equivalent of "sir" or "madam". If you meet someone whose name you don't know, it is normal and not at all rude to say something like "''petasate''" ("you with the hat") or "''senex''" ("old man") or "''viator''" ("traveller"). Very often one might say "''quiquis es''" ("whoever you are").
+
Non esiste un diretto equivalente romane di "signore" o "signora" usati in senso generico. Se incontrate qualcuno che non conoscete, è normale e niente affatto sgarbato dire qualcosa come "''petasate''" ("tu col cappello") o "''senex''" ("vecchio") o "''viator''" ("viaggiatore"). Molto spesso si potrebbe dire "''quiquis es''" ("chiunque tu sia").
  
Generally, though, unless you are merely asking the time of day, the best tactic is to try to find out the person's name by saying something like "''adulescens, dic mihi nomen tuum, quaeso''" ("young man, please tell me your name") or "''o qui vocaris?''" ("O how are you called?").
+
Però, generalmente, a meno che non si chieda solo che ora è, la miglior tattica è cercare di capire il nome della persona dicendo qualcosa tipo"''adulescens, dic mihi nomen tuum, quaeso''" ("giovane, per favore dimmi il tuo nome") o "''o qui vocaris?''" ("Come ti chiami").
  
 
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====Terms of Endearment and Esteem====
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====Termini affettuosi e di stima====
  
Romans have always been very inventive with terms of endearment. One very common one is "''carissimus''", often combined with a name, e.g. "''salve Brute carissime''" ("hello my dear Brutus"), "''salve soror carissima''" ("hello dear sister"). Others include "''dulcis''" ("sweet"), "''inclitus''" ("famous"), "''magnus''" ("great"), "''optimus''" ("excellent"), "''fortissimus''" ("very strong"). This should be enough to give you the general idea.
+
I romani sono sempre stati molto fantasiosi con i termini affettivi. Uno molto comune è "''carissimus''", spesso combinato con un nome, ad es. "''salve Brute carissime''" ("ciao, caro Bruto"), "''salve soror carissima''" ("ciao, cara sorella"). Altri esempi includono "''dulcis''" ("dolce"), "''inclitus''" ("famoso"), "''magnus''" ("grande"), "''optimus''" ("ottimo"), "''fortissimus''" ("fortissimo"). Questo dovrebbe bastare a darvi un'idea generale.
  
 
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===="''Mi''" and "''O''"====
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===="''Mi''" ed "''O''"====
  
"''Mi''" (masculine) and "''mea''" (feminine) mean "my". They are very commonly attached to names or other terms of endearment in conversations between friends or well-meaning acquaintances, e.g. "''salve mi frater''" ("hello my brother"), "''salve mea Cornelia''" ("hello my Cornelia"). It is especially common in letters, not so much in oral conversation.
+
"''Mi''" (maschile) e "''mea''" (femminile) significano "mio" e "mia". Sono spesso aggiunti ai nomi o ad altri termini affettuosi nelle conversazioni tra amici o conoscenti cordiali, ad es. "''salve mi frater''" ("ciao, fratello mio"), "''salve mea Cornelia''" ("ciao, Cornelia mia"). Sono comuni specialmente nelle lettere, non tanto nella conversazione orale.
  
"''O''" is also not uncommon. It has the general effect of making an address to someone more emotional, emphatic, or poetic. E.g. "''o optime Brute''" ("O excellent Brutus").
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Anche "''O''" non è poco comune. Ha l'effetto generale di rivolgersi a qualcuno in modo emotivo, enfatico, o poetico. Ad es. "''o optime Brute''" ("oh ottimo Bruto").
  
  
[[Category:IT:Nova Roma]]
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[[Category:Nova Roma (Italiano)]]

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Nomi romani


·Roma Antica ·
Nomi Romani - Praenomen - Nomen - Cognomen - Agnomen

·Nova Roma·
Scegliere un nome romano - Uso dei nomi romani

Questo articolo contiene linee-guida generali sull'uso dei nomi romani. È da sottolineare che non si tratta di vere e proprie norme legali. Un nome è un modo che consente ad una persona di parlare di un'altra persona in modo che tutti capiscano di chi si sta parlando. Qualsiasi regola che renda poco chiara l'identità della persona a cui si sta parlando sarebbe già un errore, e tutte le regole generali spiegate di seguito dovrebbero essere ignorate, se seguirle genera confusione.


Contents

Uso dei nomi romani

Quanti nomi?

Come regola generale, più il contesto è formale più nomi sono usati. L'uso di tutti e tre i nomi (o più) è molto formale e dovrebbe essere raro. Chiamare qualcuno M. Tullius Cicero è approssimativamente equivalente a chiamere qualcuno Signor Mario Antonio Rossi, Commendatore.

Normalmente, due nomi bastano per identificare la persona con la quale o della quale state parlando. L'uso di due nomi è formale ed educato. Chiamare qualcuno M. Tullius è approssimativamente equivalente a chiamare qualcuno Mario Rossi o Signor Rossi. Quando si nomina per la prima volta qualcuno in un discorso o in una lettera, è comune usare due nomi.

L'uso di un nome è relativamente rilassato ed informale. Se state già parlando con qualcuno, o di qualcuno, potete benissimo chiamarlo con un solo nome, specialmente se lo conoscete abbastanza bene. Chiamare qualcuno Cicero è approssimativamente equivalente a chiamare qualcuno Mario. Ma in situazioni formali o quando nominato qualcuno per la prima volta, l'uso di un solo nome potrebbe implicare troppa familiarità e risultare troppo poco educato.


Quali nomi?

I nomi usati per chiamare qualcuno dipendono in parte da quanti nomi usate.


Due nomi

Quando si chiama qualcuno con due nomi, i nomi da usare dipendono dallo status della persona che nominate. Se la persona è un nobilis, è educato chiamarlo con il suo praenomen ed il suo cognomen, ed es. P. Scipio. Se si tratta di un homo novus, di solito lo si chiama per praenomen e nomen, ad es. M. Tullius. Molti cittadini di Nova Roma sono homines novi, quindi molti sono solitamente chiamati per praenomen e nomen. Se accidentalmente chiamate un nobilis come se fosse un homo novus, probabilmente non si offenderà, specialmente se chiedete scusa per il vostro errore; ma, nel dubbio, potete sempre chiedere.

Certamente si può, adulare o lodare un novus homo chiamandolo per praenomen e cognomen come se fosse un nobilis; ma non si dovrebbe farlo troppo spesso per non causare risentimento tra i veri nobiles.

Alcuni adonttano uno stile che era comune nelle prime generazioni del periodo imperiale e chiamano tutti, sia i nobiles che gli homini novi, per nomen e cognomen, ad es. Cornelius Scipio, Tullius Cicero. Non c'è niente di sbagliato in questa pratica, ma non è frequente nell'antica era repubblicana e non è incoraggiata.


Un nome

Quando si chiama qualcuno usando solo un nome, è normale ed educato usare il cognomen. Un nobilis dovrebbe essere sempre chiamato per cognomen, mentre un homo novus può essere chiamato per nomen: non si tratta di un comportamento eccessivamente sgarbato, ma nel migliore dei casi è neutro, e potrebbe anche essere poco chiaro riguardo all'identità della persona di cui parlate.

Se una persona ha più di un cognomen, normalmente si dovrebbe usare il primo. Chiamare qualcuno per agnomen, se ce l'ha, è, ovviamente, particolarmente adulatorio. Si può chiamare qualcuno per nome adottivo se si vuole attirare l'attenzione sulla sua famiglia e sulla sua identità pre-adozione: non si tratta di un comportamento necessariamente garbato o sgarbato, ma dipende dal contesto. Allo stesso modo, chiamare qualcuno con il suo cognomen matronimico attirerà l'attenzione sull'identità e sulla famiglia di sua madre.

Non cadete nella trappola di chiamare qualcuno normalmente con il suo cognomen adottivo. Questo comportamento è spesso allettante, poichè è un modo semplice di distinguere il figlio adottato 0dal padre adottivo, ma è un'abitudine non romana. Per un romano un figlio adottato era, per tutte le intenzioni e tutti gli scopi, il figlio del genitore adottivo, e normalmente si sarebbe dovuto ignorare il suo cognomen adottivo quando lo si nominava.


Solo praenomen

Il praenomen è essenzialmente un nome privato da usare all'interno della famiglia. Non si dovrebbe chiamare un romano solo perpraenomen a meno che sia un parente stretto o un amico molto, molto intimo. Anche i coniugi generalmente non si nominano solo per praenomina - generalmente usano i nomina o i cognomina.


Vocativi latini

Quando si chiama qualcuno per nome, si cambia la finale del nome per indicare che si sta parlando ad una persona, non di quella persona. Come regola generale, i nomi che finiscono in -us prendono la finale -e (ad es. Brutus -> Brute), sebbene i nomi che finiscono in -ius prendono -i (ad es. Tullius -> Tulli). I nomi che finiscono in -a di solito non cambiano. I nomi che finiscono in altri modi di solito non cambiano.

Potreste notare che alcuni usano la finale del vocativo quando parlano di qualcuno in terza persona (ad es., "Stavo parlando a Brute ieri"). Non fatevi confondere - voi avete ragione, loro si sbagliano.


Modi di rivolgersi a qualcuno diversi dai nomi

Molto di più che in alcune società moderne, i romani si rivolgono l'un l'altro usando modi diversi dai nomi, o combinano i nomi con altri termini. Segue un brevissimo compendio.


Dominus & Domina

Alcuni parlanti di latino moderno usano "dominus" e "domina" come equivalenti di "Signore" e "Signorina" o "Signora". Questo è assolutamente da evitare. "Dominus" significa "signore" nel senso di "capo", o "maestro", e rivolgersi a qualcuno in questo modo è molto servile e abietto.

Un'eccezione è il fatto che le persone che si amano a volte si chiamano l'un l'altra "dominus" e "domina", sebbene, solitamente, solo in camera da letto.


Titoli

Nonostante i romani non tengano molto ai titoli, non è poco comune chiamare un Console con il titolo di "Console", ad esempio, specialmente qundo si parla in un contesto politico o si discute di faccende rilevanti per la carica. Allo stesso modo si potrebbe chiamare un proprio patrono con il titolo di "patronus". Ma i titoli non sono affatto obbligatori e non c'è assolutamente niente di maleducato nel chiamare un magistrato semplicemente per nome.


Parenti

Oltre a chiamarsi l'un l'altra per nome, le persone legate da parentela comunemente parlano agli altro o degli altri facendo riferimento alla loro relazione, ad es. pater (padre), soror (sorella), patruus (zio), etc. Questi termini sono spesso combinati a termini affettuosi (vedi sotto). Come precisato sopra, i parenti stretti potrebbero chiamarsi l'un l'altro per praenomina.


Coniugi ed amanti

Come specificato sopra, i coniugi e gli amanti di solito si chiamano l'un l'altro per cognomen piuttosto che per praenomen. Occasionalmente potevano chiamarsi vir (marito) ed uxor (moglie), ma, più comunemente, usavano termini affettuosi (vedi sotto).


Amici e conoscenti

Il più delle volte, la gente che si conosce ma a cui non si è particolarmente legati viene chiamata per nome, a volte con "mi" (vedi sotto). A volte si usano brevi descrizioni, come ad es. iuvenis (giovane), amicus (amico), senex (vecchio). A seconda della relazione tra le persone interessate, si potrebbero usare termini affettuosi e persino insulti.


Sconosciuti

Non esiste un diretto equivalente romane di "signore" o "signora" usati in senso generico. Se incontrate qualcuno che non conoscete, è normale e niente affatto sgarbato dire qualcosa come "petasate" ("tu col cappello") o "senex" ("vecchio") o "viator" ("viaggiatore"). Molto spesso si potrebbe dire "quiquis es" ("chiunque tu sia").

Però, generalmente, a meno che non si chieda solo che ora è, la miglior tattica è cercare di capire il nome della persona dicendo qualcosa tipo"adulescens, dic mihi nomen tuum, quaeso" ("giovane, per favore dimmi il tuo nome") o "o qui vocaris?" ("Come ti chiami").


Termini affettuosi e di stima

I romani sono sempre stati molto fantasiosi con i termini affettivi. Uno molto comune è "carissimus", spesso combinato con un nome, ad es. "salve Brute carissime" ("ciao, caro Bruto"), "salve soror carissima" ("ciao, cara sorella"). Altri esempi includono "dulcis" ("dolce"), "inclitus" ("famoso"), "magnus" ("grande"), "optimus" ("ottimo"), "fortissimus" ("fortissimo"). Questo dovrebbe bastare a darvi un'idea generale.


"Mi" ed "O"

"Mi" (maschile) e "mea" (femminile) significano "mio" e "mia". Sono spesso aggiunti ai nomi o ad altri termini affettuosi nelle conversazioni tra amici o conoscenti cordiali, ad es. "salve mi frater" ("ciao, fratello mio"), "salve mea Cornelia" ("ciao, Cornelia mia"). Sono comuni specialmente nelle lettere, non tanto nella conversazione orale.

Anche "O" non è poco comune. Ha l'effetto generale di rivolgersi a qualcuno in modo emotivo, enfatico, o poetico. Ad es. "o optime Brute" ("oh ottimo Bruto").

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